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Il Percorso Artistico

Elena gattoLa carriera di pittrice di Elena Guastalla comincia molto presto. Le maestre delle scuole elementari, stupite dalla sua manualità e dalla sua naturale capacità si disegnare e colorare, la incoraggiano e spesso i suoi disegni sono fatti circolare anche nelle altre classi della scuola e portati come esempio da imitare. Ma non più di tanto però, a quei tempi le ragazze venivano istruite nella prospettiva del lavoro casalingo..

Come un gioco, la piccola Elena copia sui fogli la natura, i fiori, gli animali facendo ritratti spontanei; allenando e affinando così inconsapevolmente la sua padronanza nel disegno.

Irrequieta e vivace come sono tutti i bimbi, trova i suoi momenti di pace nel "trascrivere" ciò che la circonda incoraggiata anche dalle reazioni di chi le sta accanto e che sembrano davvero apprezzare la piccola artista in erba.

Ma la vita è più dura, una madre bisognosa di supporto limita il tempo per queste attività che sono considerate quasi frivole, in casa c'è sempre tanto da fare. La vita la allontana dal disegno, poi l'adolescenza, la maturità e il matrimonio la conducono sui binari di un'esistenza solida e tranquilla. Arrivano anche i figli, due, un maschio e una femmina, equilibrio perfetto.

Nel tempo libero ora è il marito, appassionato d'arte e cultura, a portarla per musei. Una distrazione che arricchisce Elena, in questa fase, di una diversità espressiva in cui cerca di cogliere, nei vari artisti di tutte le epoche, l'aspetto intimo di ciò che vede. Riconosce invero che la sua capacità pittorica non si colloca in questi ambienti, non sa ancora di avere un prezioso dono nelle mani.

A un certo punto però, quasi per caso, fra le varie escursioni per mostre ed esposizioni, il marito la porta a vedere una mostra di pittori Naif.. Elena si trova improvvisamente in mezzo a dipinti familiari in un campo artistico che sa di poter padroneggiare senza sforzo. Apprende con stupore che c'è un mondo di concorsi e riconoscimenti e che quell'arte, da lei considerata in qualche modo minore rispetto alla pittura contemporanea e non, viene addirittura premiata.

 

Da donna pratica, la sua reazione sta tutta in queste parole: "ma io, di questi quadri, te ne faccio quanti ne vuoi.."

E' la scintilla che la mette in competizione, sente di essere anche più capace rispetto a molte delle cose che ha visto e riprende il mano pennelli, colori, tele, carta ricominciando a dipingere e ritrovando una passione interiore mai sopita. E' quello che i critici chiamano "fuoco dell'arte", un sacro fuoco, chissà.

Sta di fatto che Elena dipinge nuovamente, con tutto e su tutto, e comincia a proporre le sue opere nelle esposizioni, dapprima quelle locali e poi via via sempre più lontano in un crescendo che attira consensi, premi e l'attenzione del mondo della critica.

I rapporti subiscono una veloce espansione, Elena guadagna inviti su scala nazionale e internazionale, miete letteralmente premi e riconoscimenti lasciando ben poco ai suoi concorrenti artistici.

 
Consolida i rapporti con i maggiori esponenti della critica, stringe rapporti di amicizia personale con molti personaggi del mondo della cultura dell'arte, fra cui Cesare Zavattini, quest'ultimo favorito anche dalla vicinanza territoriale.

Elena raggiunge la notorietà in fretta, viene corteggiata dal mondo dello spettacolo cui non si sottrae, approda in esposizioni permanenti e quindi nelle teche dei musei.

Per un artista in vita è il livello massimo raggiungibile, corredato da onorificenze di valore nazionale come la medaglia d'oro Presidente della Repubblica alla rassegna Naif di Luzzara, o le varie medaglie d'oro delle città di Parma, Milano, Napoli, Cagliari e via di seguito.

Pur lusingata da tanta popolarità cui si concede volentieri, lascia di rado la sua piccola cittadina di campagna, i suoi gatti, le sue fiabe.

Fedele alla sua vita da casalinga sa fin troppo bene che queste cose sono passeggere e le vive con gioia, come un regalo, felice di aver lasciato un segno - coloratissimo - nel mondo.


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